D’altra parte, è proprio in questo Paese nordico che è venuto fuori un piccolo suggerimento anonimo, offerto a tutti i contestatori che attualmente fanno fuoco e fiamme per porre fine a queste nuove misure liberticide. Un piccolo suggerimento che è stato ripetuto per due volte (nel caso in cui qualcuno non abbia ben compreso) a una trentina di chilometri dal castello di Elsinore, colpendo appunto qualcosa di marcio nel regno di Danimarca e non solo. Si è manifestato nientemeno che nell’ostacolare i controlli di identità della polizia e quelli del QR sanitario effettuati da qualsiasi altro tirapiedi sabotando le onde che connettono smartphone e tablet ai loro indispensabili database di tutti i tipi.
Il primo allarme per le autorità è arrivato il 25 maggio nella cittadina di Vejby, vicino alla costa zelandese di Kattegat, a circa 50 km a nord di Copenaghen. Lì, un incendio notturno è divampato contro un’antenna-ripetitore e il suo edificio adiacente, tagliando fuori tutti gli operatori di telefonia mobile della zona. Ma non è tutto, visto che le autorità hanno rivelato in punta di piedi che l’infrastruttura carbonizzata ospitava inoltre non solo un radar dell’esercito per il monitoraggio delle acque (in questo caso la Marina), ma anche diverse apparecchiature della rete criptata della polizia danese necessarie al controllo (SINE, SIkkerhedsNettet). Gli inquirenti, dapprima circospetti, si sono subito incuriositi per la presenza di «un grosso buco praticato nella recinzione dietro la struttura protetta», poi hanno transennato l’area prima di farla rastrellare dai cani per tutto il giorno successivo.
Il secondo allarme è arrivato il 15 luglio nella città di Helsinge, situata a 5 chilometri da Vejby, quando una seconda antenna-ripetitore è andata in fumo intorno alle 2:30 del mattino. Ancora una volta il fuoco ha bruciato i cavi tra l’edificio che ospitava gli apparati di telecomunicazione e l’antenna stessa, prima di risalire su quest’ultima. Le autorità stizzite hanno precisato che «qualsiasi collegamento con precedenti incendi di natura analoga sarebbe stato incluso nell’indagine», poi hanno anche là richiamato i fedeli canidi (quelli a quattro zampe) per ispezionare la zona.
Mentre gli acuti segugi danesi, certo meno esperti sul campo di altri colleghi europei, si stanno concentrando sulla fumosa teoria dell’autocombustione di antenne — certamente stanche di servire il controllo poliziesco e sanitario o di garantire il telelavoro — o sull’ipotesi che possa «trattarsi semplicemente di una strana coincidenza», per parte nostra potremmo azzardare un’altra ipotesi. E un po’ più realistica, che diamine!
Apprendendo un po’ più tardi ciò che il poeta anglosassone ha inserito nell’Amleto sulla Danimarca, Lagertha non poteva fare a meno di sorridere. Camminando sul bordo delle onde, ha proceduto ancora meglio, pensando che se l’intero pianeta era ormai colpito dallo stesso marciume tecnologico che ci priva a poco a poco di ogni autonomia, il rimedio primitivo appena impiegato per riflesso a Vejby come a Helsinge avrebbe invece continuato a funzionare sempre a meraviglia…