Skip to content

  • English
  • Italiano
  • Deutsch
  • Español
  • Ελληνικά
  • Nederlands
  • Português
  • Galego

Pecore nere

Posted on 2021/10/20 by avisbabel
Braccialetti. Una delle peculiarità dell’attuale situazione pandemica — che ripropone ad ognuno la vecchia domanda su quale possa essere il senso di una vita degna che vada oltre la semplice sopravvivenza — è quella di mettere un po’ più a nudo certe sbarre della prigione sociale.
Non si ingannava quel filosofo di Stato quando qualche decennio fa affermava che si poteva prevedere l’abolizione del carcere grazie alla sua diffusione capillare a tutta la società, piuttosto che la sua distruzione col mondo che ne necessita. Nel frattempo, come sempre, non stiamo assistendo ad un processo di sostituzione ma di accumulo. In materia energetica abbiamo il petrolio, il carbone, l’energia nucleare e giganteschi campi eolici o impianti fotovoltaici che continuano ad alimentare un mortifero produttivismo. Allo stesso modo, in materia carceraria siamo di fronte non solo a massicci accampamenti di indesiderabili attorno alle frontiere, alla costruzione di nuove galere (15.000 posti di detenzione supplementari entro cinque anni), ma anche ad una moltiplicazione delle forme di reclusione all’esterno delle quattro mura. Se si dovesse fare un solo esempio, senza nemmeno menzionare i tradizionali arresti domiciliari e altre costrizioni, il più indicativo sarebbe forse l’estensione del braccialetto elettronico. A fine dicembre, oltre ai 63.000 prigionieri stipati in carceri passate a modalità covid (con sistemi di videoconferenza, restrizioni delle attività e dei permessi d’uscita), ad altri 11.000 è stata allacciata alla caviglia una spia allarmata. Un aumento di guinzagli giudiziari elettronici che accresce le capacità carcerarie dello Stato e ormai va di pari passo con la volontà di imporli sotto forma di misure di sicurezza post-carcerazione nei confronti di quei detenuti che perseverano nelle loro idee (a cominciare da chi ha appena scontato una condanna per “terrorismo”). Eppure, a pensarci bene, essendo la prigione null’altro che lo specchio esacerbato di questa società tecnologica autoritaria, come sorprendersi quando la maggior parte dei sudditi dello Stato — ribelli compresi — vanno già a spasso fuori, volontariamente e permanentemente, con un microfono e un Gps in tasca, anche quando non stanno aspettando la fastidiosa chiamata di un padrone? Così, con il pretesto del covid-19, i portuali di Anversa o di Gien (Loiret), i liceali di Pechino, i malati o i viaggiatori in quarantena provenienti dalla Corea del Sud e dalla Polonia possono essere costretti a portare un braccialetto della salute che rileva a scelta la loro temperatura corporea, calcola la distanza che li divide dagli altri esseri umani o ne verifica la posizione, amplificando un medesimo movimento dove ciascuno diventa il secondino di se stesso. Quando il confine fra reclusione forzata e auto-reclusione da confinamento, fra trasformazione totalitaria dello spazio urbano e architettura carceraria contemporanea, tra guinzagli e braccialetti elettronici, si fa sempre più labile, la vita stessa — questo cuore a serramanico, come diceva il poeta — tende a diventare una pena in sé nella vasta prigione sociale.
È ovvio che esiste una differenza fra aprire una porta da soli e subire l’arbitrio di un boia in divisa, fra un isolamento dove la luce del giorno penetra a malapena e le strade deserte per decreto, fra privazione del significato e sostituzione del contatto umano con quello delle macchine, ma occorre constatare che la vecchia metafora secondo cui il carcere non è un’estensione della società essendo piuttosto quest’ultima a costituirne l’estensione, non ha perso la sua pertinenza. Anzi, tutt’altro. Quindi, se non possiamo evadere da una prigione sociale che ha ormai colonizzato tutto lo spazio, se le sue gabbie da bamboline russe si incastrano e si fondono l’un l’altra, quale possibilità ci resta, se non quella di distruggerla dall’interno? Coltivando con cura un mondo tutto nostro, respingendo gli assalti di un dominio che mutila ogni giorno la nostra sensibilità, devastando senza pietà le sbarre e i muri che ci tengono prigionieri. Tanti ostacoli alla libertà, che non s’incarnano più solamente nella pietra e nell’acciaio, ma anche nelle reti diffuse in fibra di vetro e rame che corrono sotto i nostri piedi e volano sopra le nostre teste. Se quasi un centinaio di antenne-ripetitori sono state sabotate nel 2020 malgrado i vari confinamenti, il fatto che queste strutture costituiscano un anello supplementare delle nostre catene ha forse una qualche attinenza.
Passaporto sanitario. Nel corso dell’ultima grande epidemia di peste conosciuta in Francia, avvenuta nel 1720 quando alcuni mercanti e notabili fecero sbarcare comunque il loro carico di stoffe e di cotone da una nave in quarantena nel porto di Marsiglia, furono impiegati due particolari tipi di dispositivi. Da un lato, usare gli schiavi delle galere, cioè i condannati ai lavori forzati, per far raccogliere i cadaveri dalle strade con le baionette, e poi gettarli in antichi bastioni e ricoprirli di calce viva. Dall’altro, costruire un po’ più a distanza un Muro della peste, sorvegliato giorno e notte dalle truppe francesi e papaline, allo scopo di isolare le regioni colpite e impedire che il bacillo si diffondesse sul resto del territorio. Beninteso, i ricchi avevano già lasciato Marsiglia per rifugiarsi nelle loro bastie, ed essendo l’economia un imperativo irrinunciabile al di là di ogni altra considerazione, i viticoltori facevano consegnare dagli uffici sanitari ai propri vendemmiatori un cartellino contrassegnato con lo stemma della città come lasciapassare. Fino alla fine dell’epidemia nel 1722, le autorità emanarono così migliaia di salvacondotti attestanti che il loro vettore era in buona salute, mentre comunicavano le istruzioni reali qualora i residenti fossero stati sorpresi a varcare il muro: «Farli arrestare con ogni precauzione per non trasmettere [il Male], riportarli nel loro territorio e spaccar loro la testa davanti ai propri compatrioti, esempio assolutamente necessario per contenerli».
Quasi trecento anni più tardi, né le priorità di un sistema mortifero e neanche le ingiunzioni del potere sono in fondo cambiate, sebbene il covid-19 sia senz’altro meno contagioso e mortale (prima di nuove mutazioni?) della peste nera. Certo, le tessere sanitarie si sono trasformate in certificati vaccinali prima dell’istituzione più o meno esplicita di un passaporto sanitario, gli antichi lasciapassare comunali sono diventati attestazioni ministeriali su smartphone, l’autorità religiosa delle multicolori guardie pontificie si è tramutata in un potere scientifico in camice bianco, il Codex nazionale che regola la produzione di farmaci non raccomanda più di ingurgitare pozioni a base di aceto, ma piuttosto di farsi iniezioni a base di RNA messaggero, e i refrattari al confinamento si fanno un po’ meno spaccare la testa e un po’ più tassare (o entrambe le cose), mentre i forzati devono ancora trasportare cadaveri di contagiati in tutto il pianeta e scavarne le fosse. No, ciò che è cambiato radicalmente alle nostre latitudini sono altri tre secoli di addomesticamento statale: non c’è bisogno di un Muro della peste quando una servitù volontaria unita alla tecnologia sembra essere sufficiente a limitare i movimenti collettivi del gregge. Quanto alle pecore nere mai attratte veramente dal loro odore, ci scommettiamo che sapranno ancora una volta esplorare strade secondarie per rifiutare l’aria dei pastori e attaccarli di sorpresa.
[Tradotto da Finimondo. Avis de tempêtes, n. 37, 15/1/21]
Posted in Italiano

Post navigation

Nictalopi
Foresta Nera

Contact :

avis_babel [[a]] riseup.net

Pour lire les numéros complets en français :

avisdetempetes.noblogs.org



  • Storm Warnings, issue 59-60 (December 2022)
      The final issue of Storm warnings, anarchist bulletin for the social war, issue 59-60(December 2022) came out. It is the full English translation of Avis de Tempêtes. Storm warnings, issue 59-60 (December 15, 2022) : For reading For printing (A4) For printing (Letter) “To conclude, if it has always… Read more: Storm Warnings, issue 59-60 (December 2022)
  • Storm Warnings # 57-58 (October 2022)
    Storm warnings, anarchist bulletin for the social war, issue 57-58 (October 2022) came out. It is the full English translation of Avis de Tempêtes. Storm warnings, issue 57-58 (October 15, 2022) : For reading For printing (A4) For printing (Letter)   “Europe is overflowing with hundreds of billions of dollars… Read more: Storm Warnings # 57-58 (October 2022)
  • E se tornassimo indietro…
    Le nubi che si profilavano nell’autunno del 2017 non erano le più favorevoli per intraprendere lunghe passeggiate. Eppure è stato nel corso di quei mesi piovosi, durante scambi e discussioni animati, esitazioni e fantasticherie, che l’idea di un bollettino anarchico periodico su carta è infine maturata. Più che una rivista… Read more: E se tornassimo indietro…
  • Romper el círculo
    En este verano, que ha superado viejos récords de temperatura, muchos habitantes que exportan su oro azul por todo el mundo han conocido un problema que creían reservado a territorios lejanos mas pobres : el racionamiento de agua. De Alta Saboya a Aveyron decenas de pueblos han recibido aprovisionamiento de… Read more: Romper el círculo
  • Herencias mortíferas
    En 221 a.c., el señor de la guerra Ying Zheng concluye la unificación de China y funda la dinastía Qin, de la que se proclama emperador. Después de enviar sus tropas a repeler las tribus demasiado salvajes del norte, ordenó la construcción de una serie de fortificaciones militares mas allá… Read more: Herencias mortíferas
  • Storm Warnings #55-56 (August 2022)
    Storm warnings, anarchist bulletin for the social war, issue 55-56 (August 2022) came out. It is the full English translation of Avis de Tempêtes. Earlier issues and translations in different languages are available for reading, printing and spreading on the website https://avisbabel.noblogs.org Storm warnings, issue 55-56 (August 15, 2022) :… Read more: Storm Warnings #55-56 (August 2022)
  • El corte es posible
    Si el silencio da miedo, puede ser porque la ausencia de ruidos familiares tiene tendencia a devolvernos a nosotrxs mismxs. Avanzando en la oscuridad silenciosa, es común hablarse a unx mismx, chiflar un estribillo, pensar en voz alta para no encontrarse presa de la ansiedad. Esto no es tan fácil,… Read more: El corte es posible
  • Storm Warnings #54 (June 2022)
    Storm warnings, anarchist bulletin for the social war, issue 54 (June 2022) came out. It is the full English translation of Avis de Tempêtes. Earlier issues and translations in different languages are available for reading, printing and spreading on the website https://avisbabel.noblogs.org Storm warnings, issue 54 (June 15, 2022) :… Read more: Storm Warnings #54 (June 2022)
  • Hijos de Eichmann?
    Hemos de abandonar definitivamente la esperanza ingenuamente optimista del siglo XIX de que las «luces» de los seres humanos se desarrollarían a la par que la técnica. Quien aún hoy se complace en tal esperanza no es sólo un supersticioso, no es sólo una reliquia de antaño. […] Cuanto más… Read more: Hijos de Eichmann?
  • Economía de guerra
    En Bihar, uno de los estados más pobres y poblados de la India, la gota que colmó el vaso fue el miércoles 15 de junio, antes de extenderse a otras regiones, cuando miles de manifestantes comenzaron a atacar los intereses del Estado en una docena de ciudades. En Nawada, se… Read more: Economía de guerra
  • Figli di Eichmann?
    «L’ingenua speranza ottimistica del diciannovesimo secolo, quella secondo cui con la crescita della tecnica cresce automaticamente anche la “chiarezza” dell’uomo, dobbiamo cancellarla definitivamente. Chi oggi si culla ancora in una tale speranza, non solo è un semplice superstizioso, non solo è un semplice relitto dell’altroieri […] quanto più alta è… Read more: Figli di Eichmann?
  • Storm Warnings #53 (May 2022)
    Storm warnings, anarchist bulletin for the social war, issue 53 (May 2022) came out. It is the full English translation of Avis de Tempêtes. Earlier issues and translations in different languages are available for reading, printing and spreading on the website https://avisbabel.noblogs.org Storm warnings, issue 53 (May 15, 2022) :… Read more: Storm Warnings #53 (May 2022)
  • Storm Warnings #52 (April 2022)
    Storm warnings, anarchist bulletin for the social war, issue 52 (April 2022) came out. It is the full English translation of Avis de Tempêtes. Earlier issues and translations in different languages are available for reading, printing and spreading on the website https://avisbabel.noblogs.org Storm warnings, issue 52 (April 15, 2022) :… Read more: Storm Warnings #52 (April 2022)
  • Todas e todos implicados
    Na primeira luz do amanhecer, um caminhão de 40 toneladas começa a se mover sob uma ligeira chuva. Mas não é um dos milhares de caminhões que transportam mercadorias por estrada, e sua missão é muito menos trivial. Com seus faróis acesos, o caminhão passa pelos subúrbios da capital bávara,… Read more: Todas e todos implicados
  • Todxs los implicadxs
    Con las primeras luces del alba, un camión de 40 toneladas se pone en marcha bajo una ligera lluvia. Sin embargo, no es uno de los miles de camiones que transportan mercancías por carretera, y su misión es mucho menos trivial. Con los faros encendidos, el camión atraviesa los suburbios… Read more: Todxs los implicadxs

Proudly powered by WordPress | Theme: micro, developed by DevriX.